La migliore offerta
Giuseppe Tornatore ritorna al thriller de La sconosciuta dopo la parentesi di diverso genere di Baarìa. Anche in questo nuovo film, in linea con lo stile del regista, il secondo protagonista è lo spazio: il film infatti è stato girato in varie città, sia italiane che estere, e questo connubio tra culture diverse ci proietta in una storia senza spazio nè tempo.
Il regista ha dichiarato di aver unito due idee distinte in quest'unico film e di essersi distaccato dalle sue opere precedenti, di solito, autobiografiche.
Il significato dell'intera vicenda, una love story avvolta dal mistero, si focalizza sui continui rimandi tra il mondo artistico (infatti il protagonista Virgil Oldman è un famosissimo battitore d'aste e collezionista esperto di pezzi d'antiquariato rari) e il mondo personale degli stessi personaggi.
La vita di Virgil (Geoffrey Rush) è circoscritta alle sue opere e ad una camera blindata in casa sua, dove ha riposto i ritratti di donne più rari del mondo: il suo occhio è esperto nel trovare le minime imperfezioni sulla tela che potrebbero rivelargli una qualche falsificazione del dipinto. Egli è un vero esperto, sa scovare le false verità.
Questa sua sicurezza nel solo campo lavorativo è totalmente inefficace quando si trova alle prese col mondo reale, quello fatto di persone, presenza a cui Virgil non è abituato; tratta il mondo con la stessa serietà con cui tratta i suoi antichi cimeli, ossia con dei guanti che isolino il senso tattile, scrutandolo con le dovute precauzioni.
Gli occhi sono l'unico mezzo con cui si relaziona con l'esterno e sarà lo stesso mezzo con cui, all'inizio, Virgil osserverà l'unica vera donna della sua vita, Claire Ibetson.
La prima parte del film è volta ad analizzare il protagonista, le sue manie, le sue convinzioni, e ad infittire il mistero attorno ad un'improvvisa telefonata da parte di una giovane ereditiera malata di agorafobia che ha deciso di disfarsi per sempre degli antichi cimeli di famiglia.
La curiosità di Virgil per la giovane che nessuno ha mai visto e il fascino di quella vecchia casa quasi abbandonata e ricca di tesori inaspettati (come i pezzi di un Vaucanson del '700 che compaiono di tanto in tanto in cantina) sono gli ingredienti principali per creare un'atmosfera noir che decreterà un cambiamento nel burbero Virgil.
L'arte è la vera portatrice del significato della vita e dell'amore; essa è come la vita, in cui predomina la costante distinzione tra ciò che appare e ciò che è. L'arte ha fatto incontrare Claire e Virgil, l'arte fa da scudo al comportamento impacciato del protagonista che si nasconde dietro una statua di marmo per spiare la sua amata, l'arte è come l'amore: stare con una donna è come partecipare ad un'asta, non si sa mai quale possa essere l'offerta migliore.
Sarà proprio l'arte a decretare il finale inaspettato che riprende il tema oltremodo citato del sottile filo che separa la realtà dall'apparenza.
Virgil considera Claire come un'opera d'arte, al suo primo incontro le bacia la mano con la sua guantata, la fa sfilare con vestiti diversi mentre egli rimane a contemplarla, proprio come rimaneva seduto per ore ad osservare i suoi ritratti femminili.
Non svelerò il finale, per quelli di voi che non l'hanno visto, ma a fine post metterò un P.S. solo per i più curiosi di voi che vorranno sapere come va a finire questa tormentata storia d'amore.
L'intera pellicola è arricchita dalle musiche di Ennio Morricone , molto suggestive e che delineano appieno lo stato d'animo di Virgil alla fine della vicenda e dello spettatore che sicuramente rimarrà freddato dal finale, anche se lo stesso Tornatore ne ha dato una chiave di lettura ottimistica.
Tornatore ci invita a riflettere sulla nostra personale migliore offerta e su ciò che ognuno di noi considera prezioso, analizzando i possibili punti di vista, dall'amore per il lavoro, all'amore per l'amore o per il ricercato o per la verità. Ognuno di noi ha una migliore offerta per la quale darebbe l'anima ...
P.S: il finale somiglia sostanzialmente a quello de Il genio della truffa di Ridley Scott con Nicolas Cage: Roy organizza truffe con un suo collaboratore grazie alle quali riescono ad accumulare ingenti somme di denaro. Improvvisamente spunta una ragazzina che dichiara di essere sua figlia, avuta dall'ex moglie con cui non ha più rapporti da tempo. Roy, suo malgrado, include la figlia in una grossa truffa che, tuttavia, finisce male. Lui si risveglia pensando di essere all'ospedale, ma poi scopre che si trattava di una messa in scena ideata dal suo collaboratore e dalla falsa figlia per rovinarlo. Lo stesso accade a Virgil: Claire, il custode di casa e i giovani ragazzi che diventeranno amici di Virgil non sono altro che attori che hanno inscenato una tragica storia per avvicinarsi alle sue opere e rubargliele mentre lui è all'estero per la sua ultima asta.
Virgil non è riuscito a distinguere il vero dalla finzione nella vita reale, nonostante nell'arte il suo occhio fino nel riconoscere le copie false gli aveva permesso di diventare il più grande battitore d'aste.
Il regista ha dichiarato di aver unito due idee distinte in quest'unico film e di essersi distaccato dalle sue opere precedenti, di solito, autobiografiche.
Il significato dell'intera vicenda, una love story avvolta dal mistero, si focalizza sui continui rimandi tra il mondo artistico (infatti il protagonista Virgil Oldman è un famosissimo battitore d'aste e collezionista esperto di pezzi d'antiquariato rari) e il mondo personale degli stessi personaggi.
La vita di Virgil (Geoffrey Rush) è circoscritta alle sue opere e ad una camera blindata in casa sua, dove ha riposto i ritratti di donne più rari del mondo: il suo occhio è esperto nel trovare le minime imperfezioni sulla tela che potrebbero rivelargli una qualche falsificazione del dipinto. Egli è un vero esperto, sa scovare le false verità.
Questa sua sicurezza nel solo campo lavorativo è totalmente inefficace quando si trova alle prese col mondo reale, quello fatto di persone, presenza a cui Virgil non è abituato; tratta il mondo con la stessa serietà con cui tratta i suoi antichi cimeli, ossia con dei guanti che isolino il senso tattile, scrutandolo con le dovute precauzioni.
Gli occhi sono l'unico mezzo con cui si relaziona con l'esterno e sarà lo stesso mezzo con cui, all'inizio, Virgil osserverà l'unica vera donna della sua vita, Claire Ibetson.
La prima parte del film è volta ad analizzare il protagonista, le sue manie, le sue convinzioni, e ad infittire il mistero attorno ad un'improvvisa telefonata da parte di una giovane ereditiera malata di agorafobia che ha deciso di disfarsi per sempre degli antichi cimeli di famiglia.
La curiosità di Virgil per la giovane che nessuno ha mai visto e il fascino di quella vecchia casa quasi abbandonata e ricca di tesori inaspettati (come i pezzi di un Vaucanson del '700 che compaiono di tanto in tanto in cantina) sono gli ingredienti principali per creare un'atmosfera noir che decreterà un cambiamento nel burbero Virgil.
L'arte è la vera portatrice del significato della vita e dell'amore; essa è come la vita, in cui predomina la costante distinzione tra ciò che appare e ciò che è. L'arte ha fatto incontrare Claire e Virgil, l'arte fa da scudo al comportamento impacciato del protagonista che si nasconde dietro una statua di marmo per spiare la sua amata, l'arte è come l'amore: stare con una donna è come partecipare ad un'asta, non si sa mai quale possa essere l'offerta migliore.
Sarà proprio l'arte a decretare il finale inaspettato che riprende il tema oltremodo citato del sottile filo che separa la realtà dall'apparenza.
Virgil considera Claire come un'opera d'arte, al suo primo incontro le bacia la mano con la sua guantata, la fa sfilare con vestiti diversi mentre egli rimane a contemplarla, proprio come rimaneva seduto per ore ad osservare i suoi ritratti femminili.
Non svelerò il finale, per quelli di voi che non l'hanno visto, ma a fine post metterò un P.S. solo per i più curiosi di voi che vorranno sapere come va a finire questa tormentata storia d'amore.
L'intera pellicola è arricchita dalle musiche di Ennio Morricone , molto suggestive e che delineano appieno lo stato d'animo di Virgil alla fine della vicenda e dello spettatore che sicuramente rimarrà freddato dal finale, anche se lo stesso Tornatore ne ha dato una chiave di lettura ottimistica.
Tornatore ci invita a riflettere sulla nostra personale migliore offerta e su ciò che ognuno di noi considera prezioso, analizzando i possibili punti di vista, dall'amore per il lavoro, all'amore per l'amore o per il ricercato o per la verità. Ognuno di noi ha una migliore offerta per la quale darebbe l'anima ...
P.S: il finale somiglia sostanzialmente a quello de Il genio della truffa di Ridley Scott con Nicolas Cage: Roy organizza truffe con un suo collaboratore grazie alle quali riescono ad accumulare ingenti somme di denaro. Improvvisamente spunta una ragazzina che dichiara di essere sua figlia, avuta dall'ex moglie con cui non ha più rapporti da tempo. Roy, suo malgrado, include la figlia in una grossa truffa che, tuttavia, finisce male. Lui si risveglia pensando di essere all'ospedale, ma poi scopre che si trattava di una messa in scena ideata dal suo collaboratore e dalla falsa figlia per rovinarlo. Lo stesso accade a Virgil: Claire, il custode di casa e i giovani ragazzi che diventeranno amici di Virgil non sono altro che attori che hanno inscenato una tragica storia per avvicinarsi alle sue opere e rubargliele mentre lui è all'estero per la sua ultima asta.
Virgil non è riuscito a distinguere il vero dalla finzione nella vita reale, nonostante nell'arte il suo occhio fino nel riconoscere le copie false gli aveva permesso di diventare il più grande battitore d'aste.
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